sabato 28 gennaio 2012

Perle "nascoste"/4: Pievebovigliana - Chiesa di San Giusto a San Maroto

Questa chiesa, originariamente posta all’interno del castello dei signori feudatari di San Maroto, rappresenta un unicum nel panorama dell'architettura medievale marchigiana: è caratterizzata infatti da un'insolita pianta circolare (di derivazione romano-bizantina) con quattro absidi radiali, ma risulta priva di ambulacro anulare, e l'interno è coperto da una cupola. 

Chiesa di San Giusto
Foto originale G. Romiti
L'esterno presenta meravigliosi archetti pensili e le linee sono scandite da paraste, mentre l'illuminazione è garantita da strette monofore e piccoli oculi.

Proprio per la sua particolare struttura a pianta centrale, sono numerose le supposizioni sulla sua origine, prima fra tutte l'arrivo di esperte maestranze orientali, in particolare dalla Siria, per la sua realizzazione.

Alla sua tradizionale lettura come chiesa fondata intorno all’anno Mille, si contrappone l’ipotesi di un padiglione da caccia / osservatorio astronomico, risalente al periodo carolingio e voluto dallo stesso Carlo Magno, ipotesi ancor più suggestiva se si considera che anche la non lontanissima Abbazia di San Claudio (Corridonia) viene interpretata come edificio di origine carolingia (studi recenti hanno riconosciuto in essa addirittura il palazzo imperiale di Aquisgrana!).
 
Nel campanile, che risale, insieme alla vicina sacrestia, ad una seconda fase costruttiva, sono visibili affreschi risalenti alla fine del Trecento; l'interno della chiesa, oltre ad una croce astile del '500, conserva una tavola di Venanzo da Camerino (Madonna del Rosario) ed una Madonna in trono con bambino, della seconda metà del XIII secolo.

martedì 24 gennaio 2012

Perle "nascoste"/3: Visso - Santuario di Macereto


Santuario di Macereto, abside
Situato sull'altopiano omonimo, nella suggestiva cornice dei Monti Sibillini, il Santuario fu eretto tra il 1529 e il 1556 su una preesistente cappella costruita nel 1359.
Secondo la tradizione, la cappella venne edificata nel punto in cui un mulo, che portava il simulacro della Madonna da Ancona al Regno di Napoli, si fermò in ginocchio e non volle più ripartire.

Gli architetti del Santuario, G. Battista da Lugano prima e Filippo Salvi da Bissone poi, ripresero un progetto di Bramante del 1505.

Il Santuario, ricoperto di travertino, presenta una pianta ottagonale; l'interno, a croce greca, è caratterizzato dalla primitiva cappella che fu rivestita in pietra alla fine del '500 (e che ricorda vagamente la Santa Casa di Loreto).
L'abside conserva statue, stucchi ed affreschi ad opera del pittore Simone De Magistris (1580 - 82), che rappresentano la Natività e la Circoncisione (lato sinistro), l'Adorazione dei Magi e la Natività della Madonna (lato destro), la Pentecoste e la Deposizione, quest'ultima venuta alla luce dopo i recenti restauri, che ha visto l'eliminazione della Resurrezione eseguita da un certo Righi nel 1598.

lunedì 23 gennaio 2012

Perle "nascoste"/2: Belforte del Chienti - Polittico di Giovanni Boccati

Giovanni Boccati, Polittico
Il polittico più grande d'Europa, trentacinque tavole che raccontano la devozione di un paese...

Commissionata dal belfortese Taliano di Lippo al tempo di papa Paolo II, l'opera fu eseguita nel 1468 da Giovanni Boccati, pittore della scuola di Camerino, per essere collocata nella chiesa dedicata a Sant'Eustachio, patrono del paese.

Ancora oggi il polittico si trova nella medesima chiesa, tornato nella sua collocazione originale dietro l'altare maggiore, dopo il recente restauro.

Le tavole rappresentano vari santi, tra cui S. Venanzio, patrono della Diocesi di Camerino, e lo stesso S. Eustachio, la cui storia è rappresentata anche nelle tavole della predella. Da notare, la "strana" rappresentazione di S. Sebastiano (vestito e con una freccia in mano) e la straordinaria vivacità degli angeli che suonano e cantano intorno alla Madonna col Bambino.

Perle "nascoste"/1: Pollenza - Abbazia di Rambona

Abbazia di Rambona - Foto G. Tomassini
La meravigliosa abbazia benedettina risale al IX secolo, quando l'imperatrice longobarda Ageltrude fece ricostruire il preesistente monastero, costruito a sua volta sui resti di un luogo di culto (ipogeo) dedicato alla dea Bona, dea di fertilità e salute, da cui il toponimo Rambona (Ara Bonae Deae).
In seguito a recenti indagini archeologiche, sono state individuate le varie fasi di vita dell’edificio:
a) Chiesa del IX secolo;
b) Fase romanica (probabile rifacimento del XII secolo, riguardante soprelevazione del presbiterio e scavo della cripta);
c) XVIII secolo: divisione della chiesa in due tronconi tramite un muro trasversale.